Riflessioni, rubrica sottoposta a Valutazione Scientifica
Il ruolo del notaio nel ricevere atti di trust formati all’estero
- Giuseppa Maria Pulvirenti,
- Pubblicato il: 07/12/2023
- Contenuto in Trusts, 2023, N°6 (N° 6 (novembre-dicembre))
- DOI 10.35948/1590-5586/2023.430
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Cita come:
Giuseppa Maria Pulvirenti, Il ruolo del notaio nel ricevere atti di trust formati all’estero, in Trusts, 2023, 967.
Tesi
Il notaio deve negare l’ingresso ad atti di trust esteri non riconoscibili rapportando all’art. 2 della Convenzione la rule inglese delle 3 certezze e prevenire l’ingresso di trust che successivamente sottoposti al vaglio del giudice sarebbero sanzionati per carenza della certainty of intention. Non diversamente da ciò che andrebbe richiesto al notaio che riceve o autentica un atto di trust interno, il ricorso alla legge straniera, per creare un rapporto riconoscibile ai sensi della Convenzione de L’Aja, presuppone che il notaio conduca una attenta analisi della fattispecie e formuli un giudizio di meritevolezza particolarmente pregnante. Si tratta di verificare che tramite la scelta della legge straniera non vengano travalicati i limiti imposti dal nostro ordinamento all’autonomia privata nel quadro dell’applicazione della Convenzione de L’Aja. Il notaio che accetta l’incarico assume, a parere dell’autore, anche se la posizione è controversa, la responsabilità della conoscenza della legge straniera e delle regole di origine giurisprudenziale destinate a governare la validità dell’atto di trust. Il notaio è il foro privilegiato di produzione di strumenti giuridici dotati di certezza. Sarebbe pertanto erroneo assumere un ruolo di totale distacco, limitandosi, in sede di deposito di atto di trust estero, a svolgere il compito di mero certificatore.
The author’s view
The notary must deny entry to non-recognizable foreign trust deeds in accordance with the art. 2 of the Convention, the English rule of 3 certainties and prevent the entry of trusts which would subsequently be subjected to judicial scrutiny and would be sanctioned for lack of certainty of intention. Not unlike what should be required of the notary who receives and\or authenticates an internal trust deed, the use of foreign law, to create a recognizable relationship pursuant to the Hague Convention, presupposes that the notary conducts a careful analysis of the specific case and formulates a particularly meaningful judgment of merit. It is a question of verifying that through the choice of foreign law the limits imposed by our legal system on private autonomy are not exceeded within the framework of the application of the Hague Convention. The notary who accepts the assignment assumes, in the author’s opinion, even if the position is controversial, the responsibility of knowing foreign law and the rules of jurisprudential origin intended to govern the validity of the trust deed. The notary is the privileged forum for the production of legal instruments with certainty. It would therefore be erroneous to assume a role of total detachment, limiting oneself, when filing a foreign trust deed, to carrying out the task of a mere certifier.